19 maggio 2011

Complimenti, signora Moratti!

Anzi, signora Brichetto - perché si vergogna tanto del suo cognome? ha forse qualcosa da nascondere?
Verso la fine dell'anno scorso, lei aveva riempito la piazza Bottini di manifesti in cui si gloriava di avere regalato ai milanesi il sottopasso per la stazione della metropolitana. Ora, a parte il trascurabile fatto che per regalare qualcosa bisognerebbe prima averla posseduta, mentre quel sottopasso i milanesi se l'erano già profumatamente pagato (e avevano dovuto aspettare un anno più del previsto per averlo), e l'altrettanto trascurabile fatto che tutta l'operazione è stata fatta molto male, ieri mi sono soffermato ad osservare lo stato di manutenzione di questa nuova struttura.
Per non rovinare il pranzo ai miei due lettori, allego solo due fotografie delle rastrelliere su cui vanno parcheggiate le biciclette. Eccole:

Commenti, non ne servono certo. Quando lei sostiene che la sonora bastonatura che i milanesi hanno dato il primo turno è di natura politica, ha certamente ragione. Ma non la sfiora il sospetto che una parte almeno degli elettori sia anche disgustata, ripeto DISGUSTATA dalla penosa, dilettantesca amministrazione che lei ha fornito alla città durante questi anni? Crede che la gente non abbia visto le voragini aperte per i parcheggi non finiti, gli onnipresenti graffiti, la sporcizia e l'incuria che hanno fatto di Milano una delle peggiori grandi città italiane? Crede che la gente non si sia accorta della corruzione galoppante che la sua amministrazione certamente non ha osteggiato, dei servizi pubblici fermi ad almeno 10 anni fa, della totale mancanza di iniziative per favorire il benessere e la cultura dei cittadini? E, soprattutto, crede che gli elettori non si siano accorti che mentre lei teneva a Milano ferma in un immobilismo devastante, le altre città andavano avanti? Provi ad andare a Torino, tanto per fare un esempio. Mentre lei cianciava di sicurezza e di extracomunitari, la città andava in rovina. E adesso, giustamente, gli elettori vogliono che anche lei scompaia nell'oblio a cui la storia l'ha destinata.

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3 maggio 2011

La vergogna della scuola italiana

Su un blog ben più famoso del mio si sta svolgendo una accesa polemica sullo stato della scuola italiana, originata dallo scherzo, anch'esso ormai famoso, fatto da Unicommon pubblicando una finta lettera del ministro Tremonti alla Gelmini.
Anche se ci vuole meno di un secondo per rendersi conto che si tratta di un falso, quella lettera è tragicamente vera, come spiega molto bene lo stesso sito.

Non esprimo la mia opinione personale sulla polemica, anche perché, se dovessi giudicare in base all'apertura mentale di alcuni dei commentatori (primo fra tutti lo stesso gestore del blog) dovrei concludere che effettivamente hanno ragione loro: la scuola italiana elimina nei suoi allievi la capacità di ragionare. Per fortuna, so che non è così.

Quello che voglio fare è citare invece un altro documento, che molti, a ragion veduta, prenderanno per uno scherzo, e che invece non lo è:
Riporto qui, ingrandite e senza neanche trascriverle, le frasi salienti di questa perla:





Ed ecco la traduzione dal burocratichese stretto all'italiano sgrammaticato:

Cari docenti, sappiate che c'è un convegno così e così.
Se vi prendessse per caso l'ùzzolo di aggiornarvi un po', sappiate che la nostra magnifica magnanimità ve lo concede, ma ovviamente dovrete pagarvi di tasca vostra viaggio, soggiorno e iscrizione al convegno (costa solo 100 euro, che è poco per un convegno di tre giorni, ma è sempre più di niente soprattutto per gente con uno stipendio da fame come il vostro), e se vi succede qualcosa non vi diamo neanche l'assicurazione, ci mancherebbe.
Inoltre, siccome la vostra formazione e il vostro aggiornamento ci stanno molto a cuore, vi ricordiamo che in un anno solare vi concediamo ben 5 (cinque!) giorni, non uno di più, per partecipare a queste attività.
Ah, e non dimenticate, che quando tornate indietro gli atti del convegno, che vi siete pagati voi e che quindi sono vostri, dovete mandarli a noi, che ce ne facciamo chissà cosa.


I commenti li lascio a voi, soprattutto a quelli che pensano che l'attuale governo si stia adoperando per migliorare la scuola pubblica italiana.

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21 aprile 2011

La Costituzione della Repubblica Italiana

La Costituzione della Repubblica Italiana


Principi fondamentali


Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.