27 giugno 2005

Un po' di foto nuove...

Ho pubblicato sul mio sito qualche foto fatta due settimane fa nei dintorni di Arezzo. Qualcuno ha detto che non sono così brutte...

23 giugno 2005

Avevo ragione...

Ormai questo blog è dedicato solo alla solitaria battaglia che combatto contro l'idiozia deile ferrovie. Va bene, allora usiamolo per questo. So che qualcuno lo legge. Ricordate la lettera che ho mandato per la storia del servizio con gli sms? E la loro risposta? Beh, quello che non avevo detto è che chi ha progettato questo servizio è veramente un imbecille. Non son passate due settimane dalla loro risposta e mi trovo costretto a scrivere di nuovo. Ecco qua:

Egregio Signor Lina,

A puntuale smentita delle sue assicurazioni circa la ripresa del funzionamento del servizio in oggetto, rilevo che in data odierna il messaggio

sms2go: RITARDO di 52 minuti treno 2104 presso stazione VERONA P.NUOVA. Trenitalia si scusa per il disagio.

relativo al treno 2104 a cui sono interessato per la tratta Brescia-Milano Lambrate, è stato recapitato alle ore 16:47:28, e cioè circa 10 minuti DOPO l’orario di partenza del treno da Brescia, determinandone ancora una volta la totale inutilità.

Ovviamente, il secondo messaggio

sms2go: VARIAZIONE ritardo treno 2104 da 52 min. a 62 min. di ritardo rilevato presso PESCHIERA D.GARD.Trenitalia si scusa per il disagio.

trasmesso alle 17:07:33 è risultato altrettanto inutile.

Avendo rilevato più volte questo tipo di malfunzionamento, analizzando la collezione esaustiva di tutti i messaggi che mi sono stati trasmessi, mi sorge il sospetto che chi ha commissionato il servizio e chi lo ha realizzato non abbiano affatto capito come avrebbe dovuto funzionare.

Provo a spiegarlo:
Quando si evidenzia un ritardo superiore ad una certa soglia (credo che si potrebbero prendere come riferimento gli stessi 5 minuti che vengono usati per il calcolo dell’indice di affidabilità) deve essere IMMEDIATAMENTE trasmesso un messaggio. Se il ritardo non è ancora quantificabile il ritardo deve essere indicato come “non ancora determinato”.
A intervalli regolari, finché il treno non è effettivamente passato da un punto di controllo, devono essere trasmessi messaggi che aggiornino sul ritardo accumulato fino a quel momento. A rigor di logica, se il sistema fosse perfettamente funzionante, questa fase non sarebbe necessaria, ma non è certo il caso di Trenitalia.
Quando infine il ritardo è stato quantificato (il treno è passato da un punto di controllo) deve essere trasmesso un ultimo messaggio che specifichi che il ritardo è, almeno per il momento, consolidato.
Se durante la successiva marcia del treno il ritardo varia, la procedura deve essere ripetuta.

Questo è l’unico modo per gestire efficacemente il sistema, e ha il vantaggio di poter funzionare anche nei casi, frequentissimi, in cui Trenitalia non è in grado di fare alcuna previsione sui disservizi da essa stessa creati.

Colgo infine l’occasione per lamentare la nuovamente critica situazione dei treni interregionali sulla linea Brescia – Milano, che da diversi giorni hanno ripreso a far registrare ritardi inaccettabili.

Distinti saluti

R. Cassinis


Copia della presente, inoltrata anche tramite il sito web di Trenitalia, viene inviata, per opportuna conoscenza, alla direzione Generale Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia

14 giugno 2005

Mi hanno risposto!

Dopo meno di due settimane le ferrovie hanno risposto alla mia protesta!
Questa è una buona cosa, perché vuol dire che c'è qualcuno che legge le email. Peccato che la risposta sia perfettamente in linea con la maniera cialtronesca con cui vengono gestite tutte le cose. Eccola:

Egregio Signor Cassinis
La ringraziamo per la Sua segnalazione e Le comunichiamo che da accertamenti effettuati è emerso che il sistema informazioni sms nella seconda metà di maggio ha avuto problemi tecnici che hanno inciso sulla tempestività dell'informazione stessa. Tali problemi sono stati risolti il 31/5 ed ora la situazione risulta decisamente migliorata.
Per qualsiasi informazione o segnalazione siamo a Sua disposizione.
Cordialmente
Rapporti con la Clientela
Virgilio Romano Lina
Customer Care Trenitalia ­ Stazione Milano Garibaldi

Nella seconda metà di maggio? Il vizio di mentire è così radicato in questa gente che non si accorgono neanche delle assurdità che scrivono. Io gli ho risposto così:

Egregio Sig. Lina,
Posso anche credere che dal primo giugno sia cambiato qualcosa, ma sto monitorando il sistema dal 28 febbraio, e per quanto riguarda i treni menzionati esso non ha MAI neppure lontanamente funzionato. Posso fornirne prove documentali. Inoltre, se nella "seconda metà di maggio" il sistema funzionava male, perché la clientela non è stata avvertita?
R. Cassinis


La parte buona della notizia è che effettivamente mi sembra che, almeno per i treni che mi interessano, dal primo giugno sia cambiato qualcosa (in meglio). Siccome però in questo periodo il treno lo ho usato poco, non sono ancora in grado di dire nulla. Staremo a vedere.

6 giugno 2005

Racconti dal treno: Annalisa e Guidobaldo

Annalisa faceva l’annunciatrice dei treni nella stazione di L. Tutte le mattine sedeva lì, al suo tavolo di lavoro, e cominciava la cantilena degli annunci. La sua attrezzatura era semplice: un microfono e una grossa palla di vetro, in cui Annalisa vedeva arrivare i treni. La direzione le aveva fornito un bellissimo monitor collegato direttamente al computer centrale delle ferrovie, ma Annalisa preferiva la palla di vetro perché, diceva, era molto più affidabile. La sua voce era nasale ma non sgradevole, e risuonava particolarmente limpida nelle nebbiose albe d’inverno, quando annunciava i soliti colossali ritardi dei treni dei pendolari. Questi annunci erano dolorosi per lei, che aveva un cuore gentile, e la facevano soffrire perché sapeva che ognuno di essi le attirava le maledizioni di decine di persone infuriate. Per sua fortuna, però, nessuno poteva riconoscerla, perché quasi nessuno sapeva che faccia avesse. A una voce così nota non corrispondeva un viso, e ogni passeggero si era fatto di lei un’idea diversa. Non si riusciva a capire neanche bene quanti anni avesse.
Vi svelerò un segreto: Annalisa era fra i trentacinque e i quaranta e non era particolarmente attraente. Non si era mai sposata, e viveva con la madre in un appartamentino a due passi dalla stazione, proprio di fronte alla strada ferrata. Dalla sua finestra al primo piano Annalisa vedeva passare i treni alla sua altezza. Erano così vicini che quando si fermavano al segnale, che era proprio lì davanti, lei poteva chiacchierare con i macchinisti.
Guidobaldo era un grosso e vecchio locomotore, serie E636, numero di matricola 003: uno dei primi della serie. Ne aveva viste di tutti i colori da quando, nel 1940, era stato messo in servizio la prima volta.  Aveva trainato lunghi treni passeggeri su e giù per tutta l’Italia (all’estero non poteva andare, per via della differente tensione di alimentazione), ma da diversi anni era stato relegato al servizio merci. Guidobaldo non riusciva a capire perché: in fin dei conti treni merci e treni passeggeri andavano più o meno alla stessa velocità, e quelli merci pesavano anche di più... finché un giorno Guendalina gli aveva sussurrato che si trattava di una questione di “lucch”. Lucch? E che era il lucch? No, si pronunciava lucch, ma si scriveva look, all’inglese, diceva Guendalina che, siccome faceva la carrozza letto sul Roma-Parigi, sapeva un sacco di cose. E pazientemente gli aveva spiegato che la direzione non voleva che i vecchi locomotori trainassero treni passeggeri, perché il loro aspetto e il loro colore non andavano d’accordo con quello moderno dei vagoni.
Guidobaldo non riusciva a capire. Ma come, i treni passeggeri erano lerci da far paura, tutti coperti da graffiti orribili, così mal tenuti che rischiavano di perdersi le ruote su ogni scambio, e la direzione si preoccupava dell’aspetto dei locomotori? Erano proprio dei gran cialtroni!
Comunque a Guidobaldo importava poco se il treno dietro di lui era un merci o un passeggeri. C’era solo una cosa che gli dava fastidio, anzi, molto, moltissimo fastidio: i treni merci non venivano mai annunciati. E invece una volta, quando faceva il servizio passeggeri, a ogni stazione c’erano almeno tre annunci per lui: uno quando arrivava, uno cinque minuti prima che partisse e uno quando il capostazione stava per alzare la paletta. Anzi, erano quattro, perché Guidobaldo sapeva che, ancor prima che la sua sagoma imponente si profilasse all’orizzonte, il suo arrivo era già stato annunciato.
Adesso, niente. Al massimo, quando passava accanto a un marciapiede particolarmente affollato, sentiva un “Prestare attenzione al binario sette per treno merci in transito”. Capito? Treno in transito: anonimo, senza una provenienza e senza una destinazione. Una cosa veramente avvilente.
Come tutti i treni, anche Guidobaldo ogni tanto doveva fermarsi al semaforo vicino alla casa di Annalisa. Anzi, siccome tirava un treno merci, talvolta gli toccava fermarcisi molto a lungo. Il suo macchinista per ingannare l’attesa chiacchierava con Annalisa. Lui la trovava simpatica, niente di più. Ma lei, invece, di quell’uomo con due baffoni fuori moda si era proprio innamorata. Non osava confessarlo neppure a se stessa, ma tutte le volte che sapeva che sarebbe passato davanti a casa sua, Annalisa spiava ansiosamente il disco del semaforo, e se lo vedeva rosso correva a mettersi un fiore fra i capelli. Se invece era verde, prendeva il fazzolettone della nonna, pronta ad agitarlo.
Siccome Annalisa era timida, non osava confessare il suo amore al macchinista, che non se ne era accorto. Le cose ormai andavano avanti da qualche mese, e sembrava che non ci fosse nessuna via di uscita: le soste al semaforo erano lunghe, sì, ma non tanto da consentire al discorso di diventare sufficientemente intimo. Poi c’era anche il compagno del macchinista, che di solito leggeva il giornale, ma che insomma era lì, a un passo di distanza... Annalisa era disperata.
Una mattina nebbiosa Annalisa era al lavoro, e cercava di inventarsi ritardi credibili per i treni dei pendolari (non ci azzeccava quasi mai, nonostante la palla di vetro, perché quei treni andavano in una maniera proprio impossibile, ma lei faceva sempre del suo meglio), quando a un certo punto vide profilarsi in lontananza la sagoma inconfondibile di Guidobaldo. Si avvicinava sempre di più alla stazione, già quasi si vedevano i baffoni del macchinista... Annalisa sentiva qualcosa rimescolarsi dentro di lei, e improvvisamente, senza che lei potesse farci niente, dalla bocca le uscì l’annuncio che non pensava avrebbe mai fatto: “Treno merci 867 delle ore otto e ventuno, proveniente da Torino e diretto a Venezia, è in arrivo al binario uno. Treno merci per Venezia in arrivo al binario uno”. Guidobaldo non poteva crederci. Un treno merci annunciato con tutti i crismi, ora, provenienza, destinazione, binario? Era così sorpreso e inorgoglito che gli scattò la valvola della rapida, e il treno, con i freni che fumavano e lanciavano scintille nell’incerta luce della prima mattina, si fermò in uno sferragliare impressionante. Il binario uno era proprio di fronte al gabbiotto dove lavorava Annalisa. La quale, vedendo il treno fermarsi, e sempre senza capire quello che faceva, gettò via il microfono, prese la palla di vetro e con quattro salti fu nella cabina del macchinista proprio mentre Guidobaldo, impettito per la gioia e per l’orgoglio, con un fischio e uno sbuffo si rimetteva lentamente in moto.

1 giugno 2005

(Dis)servizio Sms2go

Ho mandato questa lettera a quei cialtroni delle ferrovie. Sono proprio curioso di vedere cosa rispondono (se rispondono)


Desidero lamentare la totale inutilità del cosiddetto servizio Sms2go, a suo tempo pubblicizzato con  grande clamore nelle stazioni e sui siti di Trenitalia. Come dimostra la raccolta di tutti i messaggi che sono stati inviati a proposito dei treni 2081, 2104, 2106 e 2108 nella tratta da Milano Lambrate a Brescia e viceversa, raccolta che è stata effettuata unitamente all’ora di distribuzione di ogni messaggio, non uno solo di essi è risultato di qualche utilità alla clientela, essendo essi regolarmente in ritardo, carenti o mendaci.
Ad esempio, del colossale ritardo del treno 2108 di ieri non è stata data alcuna informazione.
Dal momento che il servizio viene pagato, suppongo abbondantemente, dalla clientela, desidero conoscere quali provvedimenti si intenda adottare per renderlo utile a qualcosa.

Distinti saluti

R. Cassinis


Copia della presente, inoltrata anche tramite il sito web di Trenitalia, viene inviata, per opportuna conoscenza, alla direzione Generale Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia


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