3 maggio 2011

La vergogna della scuola italiana

Su un blog ben più famoso del mio si sta svolgendo una accesa polemica sullo stato della scuola italiana, originata dallo scherzo, anch'esso ormai famoso, fatto da Unicommon pubblicando una finta lettera del ministro Tremonti alla Gelmini.
Anche se ci vuole meno di un secondo per rendersi conto che si tratta di un falso, quella lettera è tragicamente vera, come spiega molto bene lo stesso sito.

Non esprimo la mia opinione personale sulla polemica, anche perché, se dovessi giudicare in base all'apertura mentale di alcuni dei commentatori (primo fra tutti lo stesso gestore del blog) dovrei concludere che effettivamente hanno ragione loro: la scuola italiana elimina nei suoi allievi la capacità di ragionare. Per fortuna, so che non è così.

Quello che voglio fare è citare invece un altro documento, che molti, a ragion veduta, prenderanno per uno scherzo, e che invece non lo è:
Riporto qui, ingrandite e senza neanche trascriverle, le frasi salienti di questa perla:





Ed ecco la traduzione dal burocratichese stretto all'italiano sgrammaticato:

Cari docenti, sappiate che c'è un convegno così e così.
Se vi prendessse per caso l'ùzzolo di aggiornarvi un po', sappiate che la nostra magnifica magnanimità ve lo concede, ma ovviamente dovrete pagarvi di tasca vostra viaggio, soggiorno e iscrizione al convegno (costa solo 100 euro, che è poco per un convegno di tre giorni, ma è sempre più di niente soprattutto per gente con uno stipendio da fame come il vostro), e se vi succede qualcosa non vi diamo neanche l'assicurazione, ci mancherebbe.
Inoltre, siccome la vostra formazione e il vostro aggiornamento ci stanno molto a cuore, vi ricordiamo che in un anno solare vi concediamo ben 5 (cinque!) giorni, non uno di più, per partecipare a queste attività.
Ah, e non dimenticate, che quando tornate indietro gli atti del convegno, che vi siete pagati voi e che quindi sono vostri, dovete mandarli a noi, che ce ne facciamo chissà cosa.


I commenti li lascio a voi, soprattutto a quelli che pensano che l'attuale governo si stia adoperando per migliorare la scuola pubblica italiana.

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